Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge ha l'obiettivo di sviluppare l'intera filiera della produzione della pasta di grano duro, sia per trovare maggiori sbocchi di mercato al cereale, sia per tutelare la pasta italiana dai sempre più frequenti attacchi conseguentemente alla globalizzazione dei mercati.
      La ratio che permea tutta la proposta di legge è quella di fare in modo che ogni segmento della filiera produca al massimo livello qualitativo: l'agricoltore dovrà utilizzare una tecnica agronomica tale da garantire un contenuto finale di proteine nel grano e negli sfarinati abbastanza alto da ottenere un prodotto finale, una volta avvenuta la trasformazione, con contenuto proteico superiore alla media. Tale tenore è fondamentale ai fini di una buona tenuta della pasta alla cottura, che è proprio uno dei principali requisiti richiesti dal consumatore e che contraddistingue la pasta italiana nel mondo.
      Funzione essenziale per la determinazione dei parametri minimi di qualità del grano è quella svolta da un apposito consorzio che riunisce tutti gli attori della filiera: è al suo interno che verranno fissate le norme tecniche di produzione ad ogni livello produttivo. La pasta così prodotta potrà anche essere certificata secondo i più recenti standard internazionali di qualità. Compatibilmente con le normative comunitarie, lo Stato e le regioni potranno iniziare le pratiche per il riconoscimento di provenienza italiana, quali la denominazione d'origine protetta (DOP), l'indicazione geografica protetta (IGP) o

 

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similari. Al funzionamento dell'attività del consorzio si farà fronte mediante un piccolo prelievo sul prezzo di produzione della pasta, ampiamente ripagato da una maggiore efficienza e, in definitiva, da un forte miglioramento della qualità.
      L'articolo 1 definisce l'ambito di applicazione della proposta di legge e le sue finalità, sottolineando l'importanza dello sviluppo della filiera. Viene evidenziato, inoltre, che la pasta di alta qualità si ottiene utilizzando esclusivamente semola di grani duri coltivati in Italia. Per questo il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e le regioni, nell'ambito delle rispettive competenze, effettuano campagne di informazione mirate per la diffusione di tale tipologia di pasta.
      L'articolo 2 detta norme quadro per il riconoscimento di un marchio di qualità, che garantisce l'origine e la provenienza del prodotto.
      L'articolo 3 stabilisce le tipologie dei requisiti per tutti i livelli della filiera: i requisiti del prodotto iniziale, di sicurezza, nutrizionali e tecnologici; quelli del cosiddetto «contesto produttivo», quali la zona di produzione; gli usi e le tradizioni locali; infine, i requisiti di garanzia, quali le eventuali DOP, IGP, il marchio collettivo e similari o la rintracciabilità. Sarà poi compito del consorzio di cui all'articolo 4, comma 4, stabilire i parametri tecnici di ciascun requisito.
      L'articolo 4 istituisce un apposito fondo di filiera destinato al finanziamento di interventi volti a favorire la diffusione di varietà di grano duro di alta qualità, la promozione del marchio di qualità e la formazione professionale di tutti gli operatori della filiera.
      Il fondo è alimentato da un prelievo stabilito di anno in anno da un consorzio, che ha personalità giuridica di diritto privato ed è retto da uno statuto approvato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico. Si prevede, infine, che il comitato di gestione del consorzio sia costituito da rappresentanti designati dalle unioni riconosciute dei produttori agricoli, degli stoccatori, dei mugnai, dei pastai e della distribuzione.
 

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